Dopo la gaffe urbanistica dell’asse di penetrazione inaugurato nel 2014, e dopo 30 anni di errori in piazzale Dante, l’urbanistica Viareggina inanella una nuova perla viabilistica per creare più traffico e più caos. Una rotonda a due corsie più adatta a uno svincolo autostradale che non al centro cittadino di una città turistica dalle strade strette e i marciapiedi malridotti.
Ecco i problemi che la rotonda non risolve e probabilmente aggrava:
- In una città turistica con altissima frequentazione di biciclette, manca la pista ciclabile in tutte le strade che conducono alla rotonda, e sul ponte girante che porta in darsena (meta di molti lavoratori pendolari e, in estate e nei weekend, di un grande numero di turisti).
- La rotonda a due corsie è una soluzione più adatta a uno svincolo autostradale che al fitto tessuto cittadino di Viareggio.
- La rotonda peggiora l’accesso delle biciclette a tutte le strade coinvolte e alla darsena. Questo significa che anche chi già attualmente va in bici verso la darsena potrebbe essere incoraggiato a usare l’auto, invece del contrario.
- La rotonda, come l’asse di penetrazione delle darsene, fluidifica il traffico automobilistico — ma con il solo risultato di portare le auto più in fretta a imbottigliarsi al primo semaforo. Nel caso particolare la strettoia più importante è rappresentato proprio dal ponte girante che porta in Darsena, a cui, nel raggio di duecento metri circa, succedono ben due semafori. Come risulta osservando la cartina di Viareggio, la zona è fitta di strade strette e numerosi incroci. La fluidificazione della rotonda è evidentemente inutile e probabilmente dannosa.
- La rotonda allunga i percorsi per i pedoni: chi vuole attraversare la strada per andare in via Battisti deve prima fare 40 metri verso il mare, attraversare, e poi fare 40 metri verso monte; 80 metri in più sono poca cosa per un’auto, ma sono un sensibile allungamento per un pedone.
- La rotonda, come tutte le rotonde di grandi dimensioni, è di intralcio per biciclette e pedoni, scoraggiando proprio i comportamenti virtuosi: andare a lavorare e fare le commissioni a piedi o in bicicletta invece di usare l’auto.
Altre centinaia di migliaia di euro spesi in viabilità di vecchia concezione, che si aggiungono ai milioni di euro spesi per strade e parcheggi ma non per piste ciclabili e marciapiedi, sacrificati sull’altare dell’auto a tutti i costi.